Allestito tradizionalmente a partire dall’8 dicembre, con le sue decorazioni e le sue luci colorate l’albero di Natale rallegra ogni abitazione per tutta la durata delle feste. E proprio sotto l’albero ci si riunisce il giorno di Natale per aprire i pacchetti regalo.
Originariamente, per l’occasione veniva selezionato un vero Abete o, di rado, qualche altro tipo di conifera.
Oggi invece, per fortuna, è sempre più diffusa l’abitudine di ricorrere ad alberi artificiali: pratici ed economici, permettono al tempo stesso di salvare molti alberi dall’abbattimento.
Ma dove è nata l’usanza di addobbare l’Abete?
L’origine di questa tradizione è antichissima e indubbiamente pagana.
I primi sono stati i Celti: ritenevano che l’Abete fosse simbolo di vita, per via della sua capacità di mantenersi verde tutto l’anno. Lo resero quindi protagonista di svariate cerimonie nel corso della stagione invernale, addobbandolo con nastri e fiaccole.
Anche i Vichinghi avevano il culto dell’Abete rosso, poiché pensavano possedesse poteri magici. A lui si rivolgevano, durante i mesi più cupi, per invocare il ritorno del sole e lo decoravano con dei frutti in ricordo della fertilità che speravano di rivedere nella bella stagione.
E in tempi moderni?
Per quanto riguarda l’uso moderno dell’albero di Natale, l’origine è più controversa.
Quel che è certo è che bisogna guardare ai paesi del Nord, ma sono in molti a contendersi il primato di aver realizzato il primo albero di Natale come lo intendiamo oggi.
Secondo alcuni è nato a Tallinn, in Estonia: pare che, nel 1441, venne portato nella piazza del Municipio un grande Abete, intorno al quale giovani in cerca dell’anima gemella si riunirono a ballare.
A contendere a Tallinn questo primato c’è la città di Riga, in Lettonia. E lo fa attraverso una targa, visibile ancora oggi, secondo la quale il primo albero fu addobbato proprio lì nel 1510.
Dovunque sia nata, questa tradizione venne ripresa in Germania nel corso del ‘500: fra i primi riferimenti storici esiste una cronaca di Brema del 1570, che racconta di come diversi alberi vennero decorati con mele, noci, datteri e fiori di carta.
Per molto tempo, rimase un’usanza tipica solo delle regioni a nord del Reno e poco diffusa nelle regioni più a sud, dove i cattolici lo consideravano un rito protestante. Solo dopo il Congresso di Vienna le cose iniziarono a cambiare.
Un contributo decisivo alla diffusione di quest’usanza venne poi dalla Gran Bretagna. A metà dell’800, infatti, il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, marito della regina Vittoria di origini germaniche, decise di introdurre nella loro residenza l’uso per lui familiare dell’albero di Natale. La novità venne accolta con favore da tutto il mondo anglosassone.
In Italia, invece, la prima ad addobbare l’albero di Natale fu, nella seconda metà dell’800, la regina Margherita presso il Quirinale. Anche in questo caso, la moda si diffuse ben presto in tutta la penisola.
Oggi possiamo dire che il fenomeno ha acquisito, nel corso del tempo, una dimensione tale da rendere l’albero il simbolo per eccellenza del Natale praticamente in tutto il mondo.
Chiudiamo con una piccola curiosità
Lo scrittore tedesco Johann Wolfgang von Goethe inserì, ne I dolori del giovane Werther, una minuziosa descrizione dell’albero di Natale, facendolo entrare così per la prima volta anche nella letteratura.
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