Il genere Victoria fa parte della famiglia di piante acquatiche dette Nymphaeaceae e note anche come Ninfee giganti. Originarie del Sud America, il nome è un omaggio alla regina Vittoria.
Storicamente comprendeva soltanto due specie, ma da poco se n’è aggiunta una terza frutto di una scoperta inaspettata.
La Victoria amazonica, ovvero la regina delle Ninfee
Ci siamo già occupati in passato della specie forse più conosciuta: la Victoria amazonica.
Originaria del bacino del Rio delle Amazzoni, possiede le foglie più grandi del mondo tra le specie acquatiche: simili a degli enormi vassoi di forma circolare con bordo rialzato, possono raggiungere fino a tre metri di diametro.
La pagina superiore ha una consistenza cerosa per permettere alle gocce d’acqua di scivolare via, mentre la pagina inferiore, di colore rosso acceso, è ricoperta di spine per tenere lontani pesci e lamantini.
Ma non è tutto! A renderle ancor più degne di nota, infatti, è la capacità di sostenere un peso considerevole, che può arrivare addirittura fino a 45 kg.
La Victoria cruziana
La Victoria cruziana è diffusa prevalentemente nel bacino del fiume Paranà.
Si distingue dall’Amazonica poiché presenta foglie leggermente più piccole e ricoperte di lanugine.
L’ultima scoperta
Kew Gardens, celebre orto botanico di Londra, ha annunciato recentemente di aver scoperto una nuova specie di Victoria.
Battezzata con il nome di Victoria boliviana, era presente nei loro archivi da tempo, ma non era stata correttamente distinta dalla Victoria amazonica.
Un’analisi più approfondita della distribuzione delle spine e della forma dei semi ha rivelato infine che si tratta di una specie differente. Scoperta confermata anche dalle successive analisi genetiche, che hanno peraltro rivelato che è più simile alla Victoria cruziana che all’amazonica.
Ma perché hanno foglie così grandi?
Di fronte a delle Ninfee giganti come queste, viene spontaneo chiedersi cosa le spinga a produrre foglie così grandi.
Ebbene, c’è un preciso vantaggio evolutivo: colonizzando una vasta area con le loro foglie, infatti, impediscono ad altre piante di raggiungere la superficie e dunque la luce.
Diventano così padrone incontrastate del loro territorio.
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