Sappiamo che la luce del sole ricopre un ruolo fondamentale nella vita delle piante.
Costituisce infatti il motore della fotosintesi clorofilliana: con la mediazione della clorofilla, le piante utilizzano la luce solare per produrre glucosio, indispensabile fonte di nutrimento. Nel corso di questo processo, producono anche ossigeno, che, in quanto sottoprodotto, viene liberato nell’atmosfera attraverso gli stomi presenti sulle foglie.
Se però la luce del sole è troppo forte, le piante vanno in sofferenza. Per ovviare al problema, hanno elaborato un meccanismo di difesa che rende possibile dissipare l’energia luminosa in eccesso.
Ma come si difendono?
Le caratteristiche di questo meccanismo sono state a lungo oggetto di studi. Solo di recente, un team di ricercatori, guidato da Gabriela Schlau-Cohen del MIT di Boston, ne ha scoperto il funzionamento.
Le piante attivano una sorta di “interruttore molecolare”, che trasforma l’energia luminosa in calore. Qualcosa di simile a quello che accade in caso di sovraccarico all’interno di un circuito elettrico, con il blocco istantaneo del flusso di energia per evitare danni al sistema.
E non è tutto. Le piante sono anche in grado di spegnere l’interruttore non appena la luce del sole diminuisce e può venire sfruttata integralmente per la crescita, così da evitare inutili sprechi di energia.
Insomma, ancora una volta si dimostrano estremamente efficienti!
Per il momento, queste informazioni sono state acquisite attraverso studi su modelli in laboratorio. Saranno allora necessari degli approfondimenti per analizzare il funzionamento in natura di tale sorprendente meccanismo di fotoprotezione.
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