Dalle piante dipende la vita stessa dell’intero pianeta Terra.
Allo scopo di preservare la biodiversità vegetale di fronte all’eventualità di una catastrofe di qualunque genere, in Norvegia è stata creata una vera e propria Banca dei semi.
Tutto inizia nel 2001, con l’approvazione del cosiddetto Trattato Internazionale sulle Risorse Fitogenetiche per l’Alimentazione e l’Agricoltura: un accordo multilaterale per la gestione delle risorse genetiche delle piante, che prevede un sistema di regole valide a livello globale per accedere a tali risorse e poterne beneficiare.
Il governo norvegese viene incaricato della costruzione di una banca dove raccogliere semi provenienti da ogni angolo della Terra, attraverso le donazioni dei vari paesi.
L’inaugurazione avviene il 26 febbraio del 2008 a Svalbard, un arcipelago del Mar Glaciale Artico noto per essere il territorio abitato più a nord del pianeta.
La struttura della Banca dei semi
La Banca dei semi si erge su un pendio a 130 metri sul livello del mare.
Il caveau dove sono custoditi i semi è localizzato a più di 100 metri di profondità all’interno della montagna, sotto spessissimi strati di roccia o, per essere più precisi, di permafrost.
Proprio il permafrost garantisce una temperatura compresa tra i -3 e i 4°. Ma non basta. Il caveau possiede un ulteriore sistema di raffreddamento che porta la temperatura fino a -18° e ne garantisce la stabilità.
In questo modo, il suo contenuto è davvero al sicuro!
I semi
I semi custoditi a Svalbard sono di valore per l’agricoltura e preziosi per la ricerca in accordo con le leggi internazionali. Provengono dalla maggior parte dei paesi del mondo.
La classifica delle tipologie maggiormente rappresentate vede riso e grano al primo posto con 150.000 campioni presenti all’interno della Banca, seguiti a ruota dall’orzo con 80.000. Altre coltivazioni ben rappresentate sono il sorgo (>50.000) il fagiolo comune (>40.000), il granturco (>35.000), il fagiolo dall’occhio (>30.000) e la soia (>25.000).
Il caveau è costituito da tre sale e ognuna è in grado di ospitare 1,5 milioni di semi, portando quindi la capacità complessiva della Banca a 4,5 milioni di semi.
Al momento, solo la prima sala è in uso e ospita un totale di circa 1 milione di semi, destinato a crescere di anno in anno con le nuove donazioni.
È di pochi mesi fa la notizia che una tribù di nativi degli Stati Uniti – la Cherokee Nation – ha depositato presso la Banca nove campioni dei suoi semi più preziosi, tutti risalenti al periodo antecedente l’insediamento europeo: dai Cherokee Long Greasy Beans (una varietà di fagioli) alla Cherokee Candy Roaster Squash (una varietà di zucca), fino al Cherokee White Eagle Corn, una varietà di mais considerata sacra.
Riconoscimenti
Nel 2019, la Banca dei semi è stata riconosciuta dal Project Management Institute come il decimo progetto più significativo degli ultimi 50 anni, per il prezioso lavoro svolto a tutela dell’approvvigionamento alimentare nel mondo.
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