Abbiamo già avuto modo di parlare della forza del bambù e dei motivi per i quali è spesso definito l’acciaio vegetale.
Come abbiamo visto, alcuni utilizzi del bambù sono antichissimi: viene impiegato da tempo immemore, nella sua forma naturale, per la realizzazione di pilastri e altri elementi di sostegno, sfruttandone la leggerezza unita a grande resistenza.
Viene inoltre impiegato per realizzare il cosiddetto bambù lamellare, una valida alternativa al legno lamellare.
In tempi più recenti, stanno emergendo nuove possibilità di utilizzo…
L’invasione della plastica monouso
Le stoviglie in plastica monouso sono molto diffuse, nonostante si stia cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema. L’ultimo anno alle prese con la pandemia e le conseguenti misure di sicurezza non ha sicuramente aiutato.
Questa, purtroppo, è una pessima notizia per l’ambiente.
Sapevi che un oggetto in plastica (come ad esempio un piatto o una bottiglia) può impiegare da 100 fino a 1.000 anni per degradarsi? Un tempo praticamente infinito.
Esistono alcune alternative, realizzate con la cosiddetta bioplastica. Oltre a essere poco diffuse, però, queste stoviglie non sono necessariamente in grado di decomporsi in tempi brevi nell’ambiente come si potrebbe a prima vista immaginare.
Per bioplastica, infatti, si intende un materiale realizzato a partire da materie prime vegetali, che può essere biodegradabile ma può anche non esserlo.
A sua volta, poi, biodegradabile non vuol dire compostabile: per essere definito compostabile (e poter essere quindi conferito nella raccolta dell’umido), un materiale deve decomporsi in meno di tre mesi e non provocare alcun danno al processo di compostaggio.
È allora molto importante leggere bene le etichette di questo tipo di prodotti.
La nuova frontiera del bambù
Un aiuto potrebbe arrivare proprio dal bambù!
Un gruppo di ricerca dell’Università di Boston ha presentato ultimamente una nuova linea di stoviglie, realizzata con una combinazione tra fibre di canna da zucchero e fibre di bambù.
Il primo vantaggio di questa combinazione si è visto in termini di performance: utilizzare il bambù ha infatti migliorato di gran lunga la forza e la resistenza del prodotto finale.
Un ulteriore e non trascurabile punto di forza del bambù è la sua sostenibilità: cresce molto rapidamente (fino a 20 m in 8 mesi!) e, proprio per questo, è in grado di assorbire grandi quantità di CO2.
Inoltre, successivi test hanno dimostrato che le stoviglie in questione si degradano in meno di due mesi. Un tempo davvero breve che farebbe felice l’ambiente.
Visti gli ottimi risultati, questo promettente studio sarà sicuramente da stimolo per ulteriori approfondimenti in futuro.
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