Jadav ‘Mulai’ Payeng. Questo nome, probabilmente sconosciuto ai più, è legato a un’incredibile storia di forza di volontà, abnegazione e profondo amore per la natura.
Tutto si svolge sull’isola di Majuli, la più grande isola fluviale al mondo, situata in India tra le anse del fiume Brahmaputra. Ospita, in una sessantina di villaggi fatti di palafitte di bambù intrecciato, circa 150.000 abitanti dediti principalmente alla coltivazione del riso e alla pesca.
Estremamente vulnerabile a causa della sua particolare conformazione, l’isola è perennemente a rischio di sparire: ogni anno, infatti, durante la stagione delle piogge si verificano grandi inondazioni che ne stanno progressivamente causando l’erosione.
Nel tentativo di porre un freno a questa situazione, all’inizio degli anni ’80 il Dipartimento delle Foreste lanciò un piano che prevedeva la riforestazione di una piccola zona di circa 200 ettari a ridosso del fiume, per proteggere l’isola di Majuli dalle alluvioni nel modo più semplice e naturale: grazie all’aiuto delle radici della vegetazione.
Tre anni più tardi, però, il piano si interruppe bruscamente di fronte alla difficoltà di coltivare alcunché in quella striscia di terra sabbiosa e, nei mesi estivi, estremamente arida.
La straordinaria impresa di Mulai
Jadav ‘Mulai’ Payeng, che all’epoca aveva solo 16 anni, era così legato a quella terra da non voler accettare di vederla sparire. Così, prese la decisione di abbandonare la scuola e dedicare la sua intera esistenza a quel progetto.
Cominciò piantando ogni giorno semi di Bambù, ritenuti i più adatti a sopravvivere anche in condizioni estreme. I semi infatti germogliarono e, in poco tempo, diedero vita a una grande piantagione.
Questo rese il terreno progressivamente più fertile e allora Mulai iniziò a sperimentare con successo altre varietà di piante. Con pazienza e dedizione, anno dopo anno, continuò a piantare senza sosta fino a creare, solo grazie al suo inarrestabile impegno, una vera e propria foresta.
Insieme alla vegetazione tornarono anche gli animali: prima le formiche, poi i lombrichi, quindi alcune specie di uccelli. E ancora rettili, conigli, cervi, rinoceronti indiani e persino una mandria di un centinaio di elefanti.
Oggi la Riserva Mulai, come viene chiamata in India, ospita più di cento varietà vegetali in 550 ettari di terreno e ha raggiunto una grandezza e un livello di biodiversità tali da garantirle la completa autosufficienza.
La straordinaria impresa compiuta da Mulai sull’isola di Majuli è stata anche raccontata nel docu-film Forest Man, diretto da William McMaster.
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