Sapevi che l’Italia è tra i paesi europei più ricchi di biodiversità?
In particolare, detiene il record per la biodiversità botanica poiché ospita la metà delle specie vegetali presenti nel vecchio continente, nonché circa un terzo delle specie animali.
Un patrimonio del genere va preservato! A questo scopo, è nato Natura 2000: uno strumento dell’UE per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali, attraverso l’identificazione (da parte degli stati membri) di Zone Speciali, ossia meritevoli di tutela per il loro alto grado di biodiversità.
In tale contesto, si inserisce un progetto tutto italiano: si chiama Life Drylands ed è stato ideato nel 2019 dall’Università di Pavia con l’obiettivo di ripristinare, nell’arco dei successivi cinque anni, gli habitat delle zone aride, attualmente a rischio scomparsa.
Per zone aride si intendono quelle aree non adatte alle attività agricole e perciò spesso abbandonate. Un grave errore, dal momento che, seppur apparentemente brulle, si tratta in verità di aree ricche di vita e importantissime per l’intero ecosistema: erbe e fiori spontanei, licheni, farfalle e altri insetti prosperano infatti in questi spazi così sottovaluti e trascurati.
Nello specifico, Life Drylands si sta occupando di alcune aree individuate all’interno di otto siti di Natura 2000 nella Pianura Padana occidentale, tra Lombardia e Piemonte, lungo il corso dei fiumi Sesia, Ticino e Po.
Il primo passo prevede la ricostruzione di uno strato di muschi e licheni, uno di piante erbacee e uno arbustivo al fine di ripopolare adeguatamente queste aree. Sarà poi cruciale istituire delle linee guida per la gestione e il monitoraggio, nonché sensibilizzare il pubblico rispetto alla loro bellezza e importanza.
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