LA FORESTA URBANA DI BARCELLONA

Parc Guell Barcellona

Abbiamo già avuto modo di parlare di forestazione urbana e di quanto sia importante intraprendere iniziative simili per rendere più vivibili le metropoli.

Oggi andiamo alla scoperta dell’area metropolitana di Barcellona, che include la città e 36 comuni limitrofi: ebbene, in questo territorio sono presenti ben 18.000 ettari di foreste.

Barcellona sta inoltre lavorando attivamente, negli ultimi anni, per diventare una biocity e per raggiungere l’obiettivo delle emissioni zero entro il 2050.

Come?

Attraverso la bioeconomia circolare

Si tratta di una forma moderna e sostenibile di attività economica, basata sull’utilizzo efficiente di risorse biologiche come piante, animali e altri microrganismi allo scopo di allontanarsi dall’esagerato ricorso alle materie prime fossili.

Questo approccio è applicabile in tutti i settori industriali nei quali sia possibile utilizzare risorse biologiche e rinnovabili per fabbricare prodotti/fornire servizi: agricoltura, silvicoltura, pesca, energia, industria chimica e farmaceutica, cosmetici, carta, tessile.

Fondamentale è poi il ricorso alla circolarità: attraverso il riutilizzo, la riparazione e il riciclaggio si riduce la quantità e l’impatto totale dei rifiuti, contribuendo così a prevenire i danni all’ambiente, alla biodiversità e al clima.

Il buon esempio di Barcellona

”Come Amb (Area metropolitana di Barcellona) abbiamo una serie di competenze in merito – fa sapere Antoni Farrero Compte, coordinatore generale dell’ufficio tecnico di gestione dell’Amb – che comprendono l’implementazione delle strutture verdi, la loro protezione e conservazione, nonché la gestione integrale dei terreni, la gestione e il mantenimento della zona dei parchi metropolitani.

La gestione del mosaico agroforestale implica anche la promozione dell’economia verde e circolare, con la presenza di aziende specializzate nel processo di trasformazione del legno e di un ecosistema di business innovativo.

Di fatto, l’industrializzazione del legno va promossa come pilastro economico nell’area metropolitana e della sua architettura ed edilizia: l’uso del legno riduce infatti le emissioni di CO2 di oltre il 30% rispetto alla costruzione in cemento.

il ritorno di questi investimenti in termini di servizi ecosistemici va ben oltre il calcolo numerico, perché la qualità dell’aria, il risparmio e la gestione delle risorse idriche, i servizi socio culturali sono alla base di una migliore qualità della vita”.

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