Le foreste sono per l’uomo un bene preziosissimo.
Ospitano l’80% circa della biodiversità del mondo, tra flora e fauna, e contribuiscono in maniera decisiva a contrastare l’effetto dei cambiamenti climatici.
Troppo spesso, però, vengono trascurate e persino maltrattate.
Si stima che nel mondo, il 73% della deforestazione sia dovuto alla conversione delle foreste in terreni agricoli, per soddisfare il crescente fabbisogno di una popolazione mondiale in aumento.
Diventa allora cruciale trovare soluzioni che permettano di soddisfare le esigenze di sviluppo dell’uomo, preservando al tempo stesso la natura.
La foresta amazzonica è il polmone verde della Terra
Si tratta infatti della seconda foresta più grande al mondo, dopo la taiga russo-siberiana, e presenta una biodiversità maggiore di qualunque altra foresta tropicale: secondo una stima del WWF, ospita circa 100.000 specie di invertebrati, 3.000 specie di pesci, 1.300 specie di uccelli, 427 specie di mammiferi, 400 specie di anfibi e 378 specie di rettili. A cui va aggiunta ovviamente l’immensa varietà di piante.
Un patrimonio inestimabile!
Ma ogni giorno in Brasile (dove si trova il 60% circa della foresta amazzonica), si consuma un dramma di enormi proporzioni: intere porzioni di foresta vengono abbattute per essere convertite in terreni a uso agricolo e minerario e per l’allevamento di bestiame, così da favorire l’economia del paese.
Questa scelta scellerata provoca non soltanto un grave danno all’ecosistema della foresta, ma anche agli equilibri, già fragili, delle tribù indigene che la popolano.
I dati da poco diffusi dall’Istituto Nazionale di Ricerche Spaziali del Brasile sono impietosi e mostrano come, da gennaio ad aprile del 2020, la deforestazione sia aumentata del 55% rispetto allo stesso periodo del 2019: sono spariti 1.202 km2 di foresta, un numero spaventoso e allarmante.
La scorsa estate, inoltre, violenti incendi hanno colpito alcune zone del Brasile, bruciando milioni di ettari di foresta. Si teme che la crescente deforestazione, unita al clima secco di vaste aree del Brasile, possa portare quest’anno a un’altra stagione di incendi, con devastanti conseguenze.
Bisogna agire ora!
Tutto ciò non può più passare inosservato a livello internazionale, a maggior ragione ora che stiamo toccando con mano alcune delle devastanti conseguenze che potrebbe provocare.
La distruzione della foresta amazzonica si tradurrebbe infatti nella perdita di un preziosissimo patrimonio di biodiversità, nonché in un danno enorme in termini di lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici.
Non solo. Con la sua biodiversità, la foresta costituisce anche un serbatoio di potenziali virus: se l’uomo si ostinerà a mutarne gli equilibri per i propri scopi, alcuni potrebbero fare il salto di specie e provocare in futuro nuove e drammatiche pandemie.
La foresta amazzonica è un bene dell’intera umanità. Bisogna allora unirsi nella lotta per salvarla e per custodirla, con il rispetto e l’impegno che il polmone verde della Terra merita.
Qualche buona notizia
In meno di un anno, il nuovo governo del Brasile guidato da Lula (ed entrato in carica l’1 gennaio 2023) ha ridotto la deforestazione dell’Amazzonia del 60% rispetto all’anno precedente.
Ma come ha fatto ad attuare un cambio di rotta così significativo?
Diverse sono state le iniziative intraprese: il governo di Lula ha frenato le attività delle compagnie agricole e degli allevamenti di bestiame, che sotto Bolsonaro avevano la libertà di inglobare letteralmente pezzi di foresta amazzonica per i loro scopi; ha bloccato il progetto di costruzione di una strada che avrebbe quintuplicato la deforestazione; ha scacciato minatori e boscaioli illegali attraverso operazioni militari; ha creato nuove aree protette gestite direttamente dalle popolazioni indigene.
Speriamo davvero che si possa continuare anche in futuro su questa buona strada!
Ti è piaciuto l’articolo? Condividilo sui social!