IL TARO, UNA DELLE COLTIVAZIONI PIÙ ANTICHE

Taro foglie

Oggi ci occupiamo di una pianta che riveste un ruolo molto importante in alcune parti del mondo: la Colocasia esculenta.

Comunemente conosciuta con il nome (di origine polinesiana) di taro, fa parte della famiglia delle Araceae ed è una pianta tuberosa perenne.

È costituita da un cormo centrale (situato appena sotto la superficie del suolo e che rappresenta la parte commestibile principale della pianta) e da cormi secondari laterali. Le foglie, di colore verde pallido, arrivano fino a 60 cm di lunghezza e 40 cm di larghezza.

Si tratta di una delle coltivazioni più antiche in assoluto. Diversi studi suggeriscono che le prime piante di taro siano state coltivate in Asia centro-meridionale e che, da lì, si siano poi diffuse nel resto del sud-est asiatico e in Cina e Giappone.

Una volta giunto in Arabia e nel Mediterraneo, si è diffuso prima sulla costa orientale dell’Africa e poi, attraversando il continente, è arrivato fino in Africa occidentale, che costituisce la più vasta area di coltivazione.

La Nigeria, in particolare, è attualmente il primo produttore al mondo, con una produzione annuale di circa 3.3 milioni di tonnellate di taro.

Il taro come alimento base

Per i paesi sopracitati, il taro costituisce un alimento base, con proprietà nutrizionali assimilabili a quelle della patata (ma contiene molto più calcio e ferro).

Tutte le parti della pianta sono tossiche se consumate crude e vanno pertanto accuratamente sottoposte a cottura.

Il cormo può essere bollito, arrostito o trasformato in purea. In alcuni paesi, viene anche tagliato a fette e grigliato oppure fritto nell’olio di palma. Le foglie, solitamente, si consumano bollite.

Gli scarti sono destinati all’alimentazione del bestiame.

Una curiosità

Le foglie del taro presentano una caratteristica unica, che si rivela piuttosto preziosa per la vita nelle foreste tropicali.

Sono infatti strutturate in modo da lasciar scorrere via l’acqua delle abbondanti piogge e questo le rende, di fatto, impermeabili.

E non è tutto. L’acqua, nel suo percorso, porta via con sé anche detriti e sporcizia aiutando così a mantenere sempre pulita la superficie delle foglie. Un fenomeno che ricorda quello del fiore di loto.

Ti è piaciuto l’articolo? Condividilo sui social!

I PIÙ VENDUTI