Conosciamo bene il meccanismo della fotosintesi clorofilliana: con la mediazione della clorofilla, le piante utilizzano la luce solare per produrre glucosio, indispensabile fonte di nutrimento.
Nel corso di questo processo, producono anche ossigeno, che, in quanto sottoprodotto, viene liberato nell’atmosfera attraverso gli stomi presenti sulle foglie.
Ebbene, un recente studio, realizzato presso l’Umeå Plant Science Center (in Svezia) e pubblicato su Nature Communications, ha scoperto un comportamento sorprendente.
Una scoperta a dir poco singolare
Le conifere, all’inizio della primavera (quando le basse temperature coincidono con una grande quantità di luce), invece di produrre ossigeno attraverso i loro aghi durante il giorno…lo consumano.
Ulteriori approfondimenti hanno chiarito che questo comportamento coinvolge un tipo di proteine (Flavodiiron) antichissime, normalmente impiegate dalle alghe per proteggersi dall’eccesso di luminosità.
Nel corso dei secoli, le piante da fiore hanno perso queste proteine, mentre invece le conifere le possiedono ancora e le utilizzano proprio a questo scopo.
Ciò contribuisce anche a spiegare la loro grande capacità di sopravvivenza in condizioni climatiche estreme.
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